Mutande 461° Settimana
Ciao dall’ultima mail di questo 2023. Prossimo lunedì è Natale, quello ancora dopo il primo Gennaio, quindi ci si risente l’otto mattina in diretta dalla Brianza. Come a ogni fine anno ecco i tradizionali auguri di Carmen Maria Machado per un anno migliore:
Io per me spero di non cambiare lavoro di nuovo di non rompermi un osso di nuovo e scoprire il segreto per mantenere vitali i capelli decolorati. That’s it. Fermə nello stesso lavoro con le ossa in ordine e i capelli morbidi, basterebbe partire da lì.
Come ogni fine anno ecco anche lo svuotatutto delle cose rimaste su Pocket:
Magari nel 2024 ci liberiamo anche di tutti quei meme imbarazzanti e binari.
L’inarrestabile e perenne ascesa del cattolicesimo su Facebook. Amen.
Essere sobrə sì ma una sobrietà casual, senza troppo impegno identitario.
Ok i gatti, ma cosa rende un gatto un buon gatto?
Se anche voi come me avete quel tipo di insonnia che vi sveglia attorno alle cinque ed è un attimo che si fanno le sette e non avete chiuso più occhio, due rimedi efficaci testati e ripetibili al bisogno: uno e due.
Una full immersion nel prezioso archivio queer di Colonia.
Titoli belli per articoli belli Inside the Snack Closets Providing a Haven for Queer and Trans Youth e titoli interessanti per articoli interessanti May December May Cause Internet Brain.
Perché molto spesso, diciamo 99/100, non sei tu che non sai cucinare sono le ricette online ad essere tutte sbagliate (Ma non quelle di Limoncello Queer infatti a Gennaio torniamo nuova veste nuova forma nuove cose da mangiare)
Tornando al 2023 anno dei meme binari e anno del genere femminile, due articoli che abbracciano il tema da due diverse prospettive: il 2023 come anno delle ragazze e come anno in cui essere una ragazza è tornata ad essere di nuovo una cosa cool.
Cinquantaquattro minuti di documentario sulla zona della morte dell’Everest come raccontato da Jodie Foster.
In chiusura un segmento sul grande paese in cui abito da quasi due anni, paese che negli ultimi mesi ha dimostrato (ancora una volta) di saper sbagliare tutto e su tutta la linea quando si tratta di Palestina. Sul complicato rapporto della “sinistra tedesca” con Israele, In the Shadow of the Holocaust, l’incredibile pezzo di Masha Gessen sulle radici e le contraddizioni evidenti della Germania quando si parla di certi argomenti, e la assurda cronistoria di come a Masha Gessen è stato tolto il premio Hanna Arendt proprio in virtù del sopracitato pezzo.
Tweet meritevoli parte uno, due, tre, quattro, cinque, sei e sette.
È tutto. Buone feste, ricordate di idratarvi e contare sempre fino a dieci.