Mutande 366° Lunedì
Ciao,
questa è ancora le Mutande del Lunedì, lə newsletter che si è presə l’influenza quella standard e ha passato molte molte ore a vedere il Padrino. Link pieni di goia come quando il tampone è negativo:
Mentre Dave Chapelle (e Netflix) si riconfermano gente dalla quale stare alla larga e possibilmente non dare un microfono e un palco, Russel T. Davies ritira un meritatissimo premio per It’s a Sin e ci regala queste belle parole.
Uno scoppiettante fine settimana in quel di Milano: prima Céline Sciamma all’Anteo, poi questo e anche quest’altro.
Cosa si legge questo mese? Secondo Bitch Magazine questi tredici titoli, e nel frattempo Apocalypse Baby di Virgine Despentes è tornato sugli scaffali.
Io invece consiglio caldamente questo volume pubblicato dagli amici di Codice Edizione sulla pschiatria e sul come è diventata la disciplina che in tantə conosciamo.
Broccoli croccanti al forno, ora che fa freddo perché cucinare in qualsiasi altro modo che non sia il forno.
La seconda stagione di L Word Generation Q si è chiusa ed è stata a dir poco imbarazzante. Soprattutto per come ha deciso di trattare i suoi personaggi butch.
Hey rinizia Contra/dizioni!
Ok, ma qual è il significato del termine bottom? Un ampio approfondimento non eteronormativo.
Forse dovremmo smetterla di dividerci così categoricamente in generazioni e darci la caccia.
Individuare il Bad art friend è facile, basta raccontare la storia in ordine cronologico.
Dati dati dati: com’è la situazione dei diritti LGBTQI in Italia? Mica tanto felice, come potete immaginare.
Titoli belli per articoli belli pieni di foto e sentimento: Hedwig and the Angry Inch. A reminder that boldness and failure are key elements in queer work.
Un meme che fa (sempre) ridere ma anche riflettere. E in questo caso ti fa anche dire massì, dai.
Sally Rooney ha perfettamente ragione a boicottare Israele. E intanto che siamo qui, ancora una volta, con sentimento: antisionismo e antisemitismo non sono la stessa cosa.
Odiare il contatto fisico dopo il sesso è perfettamente normale, come confermato dalla scienza.
L’ansia di vedere e essere vistə, di essere costantemente percepitə? Virginia Woolf ci ha scritto sopra un libro nel 1925. Ovvero, come Mrs Dalloway può essere una perfetta metafora dei tempi intrisi di internet in cui viviamo.
Tweet meritevoli parte uno, parte due e parte tre.
Momento del disclaimer: le foto qui sopra sono state reperite principalmente via Tumblr/Instagram, e se ci cliccate sopra arrivate alla fonte. L’immagine in apertura invece è opera di una persona a cui voglio molto bene.
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